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\u00a0(wn24)-Teramo – Mercoled\u00ec 26 Aprile 2017, alle ore 18.00, presso la Biblioteca Provinciale di Teramo “Melchiorre D\u00e8lfico”, verr\u00e0 presentato l\u2019attesissimo nuovo romanzo di Elso Simone Serpentini, dal titolo \u201cRitorno a Spinoza\u201d, edito da Artemia Nova Editrice.\u00a0<\/b><\/p>\n

Interverranno come relatori Don Giovanni Giorgio, teologo, Lino Befaccia, filoso, a moderare Emilia Perri in presenza dell’autore.<\/p>\n

Elso Simone Serpentini \u00a0in questo libro che potrebbe sembrare un\u2019autobiografica filosofica, ma non lo \u00e8, ci parla di un percorso che si conclude con il ritorno ad una citt\u00e0 ideale, un luogo, dove pu\u00f2 esserci un dio senza chiesa, ma non una chiesa senza dio, dove la crisi dei valori dell\u2019occidente non \u00e8 ancora definitiva, dove non esistono un\u2019etica senza politica e una politica senza etica, dove la sensibilit\u00e0, l\u2019intelletto e la ragione hanno ciascuno un compito ben definito. Il libro \u00e8 un pamphlet contro quei giornalisti, politici, sacerdoti, medici, intellettuali e chierici di ogni orientamento che vengono meno al proprio principale compito: il rispetto di s\u00e9 e della verit\u00e0. La citt\u00e0 in cui il percorso di ritorno si conclude accoglie uomini liberi, perfino un Socrate che, esiliato dalla sua Atene dopo la condanna a morte, continua a dialogare con chiunque, compresi i visitatori che gli giungono da una citt\u00e0 della Parva Italia che si chiama Interamnia e che chiedono i suoi consigli. Nella stessa citt\u00e0 strani personaggi, arrivati chiss\u00e0 da quale tempo e da quale spazio, sono i protagonisti di curiosi dialoghi pseudo-socratici\u2026 in uno zibaldone che \u00e8 un intreccio di pensieri, a volte irriverenti.
Dall\u2019ultima di copertina:
\u201cTu vai dove vuoi. Io, da parte mia, ritorno a Spinoza. Il mio viaggio si ferma qui, non proseguo. Sono stanco di notti all\u2019addiaccio, di levatacce al sorgere del sole, di giorni trascorsi a inseguire chimere, sull\u2019infuocata sabbia di un deserto o lungo un sentiero di montagna, esposto al vento e alla pioggia. Voglio un riparo sicuro, non necessariamente un tetto sulla testa o un focolare accanto al quale stare al caldo d\u2019inverno, ma almeno un sia pure angusto ricovero, al sicuro dal freddo troppo intenso, dal caldo esagerato, dalle intemperie e dal pericolo dell\u2019assalto di temibili fiere.\u201d
\u201c\u00c8 a Spinoza che soster\u00f2, dimorer\u00f2, aspettando il mio Godot, o l’ultima mossa che la cantatrice calva far\u00e0 sulla scacchiera, cercando di dare il matto al mio re. Non trover\u00f2 il migliore dei luoghi possibili, no, non sono tanto cieco da credere nel facile ottimismo di chi crede che Leibniz sia il migliore dei mondi possibili. Ma sono certo di trovare il luogo che pi\u00f9 mi sar\u00e0 piaciuto scegliere come l’ultima delle mie residenze, quella in cui intendo concludere il mio viaggio al termine della notte, nella speranza di poter vedere spuntare un’altra alba e sorgere un altro sole.\u201d<\/p>\n<\/blockquote>\n

L\u2019evento \u00e8 organizzato da Artemia Nova Editrice ,\u00a0in collaborazione con la Regiona Abruzzo, la Biblioteca Provinciale Melchiorre Delfico e Prospettiva Persona.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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