Cantonieri passati alla Regione: percepiscono lo stipendio, ma non possono lavorare

Cantonieri passati alla Regione: percepiscono lo stipendio, ma non possono lavorare

(wn24)-Fermo –  Nell’Italia dove si continua a piangere i giovani che muoiono all’estero perché nel loro paese non ci sono prospettive per il futuro, c’è anche chi deve protestare, non per avere un posto di lavoro, ma per poter lavorare, nonostante il posto c’è. A questo punto subentra la frustrazione, come sta accadendo con l’assurda situazione in cui si trovano quattordici cantonieri passati ormai da un anno dalle dipendenze della Provincia a quelle della Regione. 

Oltre a togliere all’ente capeggiato da Moria Canigola potere e competenze, la riforma Delrio sta creando non poche difficoltà a molti lavoratori. Se la viabilità è uno dei pochi settori rimasti nelle mani delle Province, lo stesso non si può dire delle cosiddette strade ex Anas, arterie di grandi dimensioni come la Fermo-Porto San Giorgio o quella che collega Fermo a Campiglione. Quelle, e gli operai che ne curano la manutenzione, sono diventati dipendenti della Regione che li ha “girati” all’Anas. Un passaggio per ora solo burocratico, visto che i cantonieri lavorano ancora nel Fermano. O meglio lavoravano, dato che da Ancona qualche giorno fa è arrivata una lettera con la quale li si invita a non utilizzare più i mezzi della Provincia perché, in caso di infortunio, non è ben chiaro chi debba fare cosa. Il che, per gli operai significa limitarsi a osservare i lavori fatti da qualcun altro, continuando a percepire lo stipendio. Un fatto grave, in un momento in cui le strade sono sempre più ridotte a colabrodi, il bisogno di manutenzione è estremo e i dipendenti provinciali arrivano ad appena una decina.

Nelle Marche sono cinquanta i lavoratori che si trovano in questa condizione paradossale. Tutti insieme, un mese fa, hanno partecipato a un incontro in Regione che, se non proprio risolutivo, avrebbe quantomeno dovuto fare luce sul loro futuro. Invece si è concluso con un nulla di fatto. Una situazione, la loro, sollevata proprio il giorno prima dell’incontro ad Ancona: «Non possiamo restare sospesi in eterno. Da un anno, per ferie e malattie dobbiamo rapportarci con la Regione e con un dirigente che non abbiamo neanche mai visto e che si deve occupare di tutte e cinque le province. Siamo dipendenti della Regione, ma nel lavoro quotidiano, utilizziamo mezzi della Provincia. Se qualcuno si dovesse far male, a chi si deve rivolgere?», si chiedevano gli operai. A un mese di distanza la risposta arrivata ha dell’incredibile.

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