Pesaro. Il Conte Marcucci Pinoli si è incatenato davanti alla motorizzazione per un certificato

(wn24)-Pesaro – Alla fine dopo tanta gentilezza, pazienza  e anche diffidenza, il Conte Alessandro Marcucci Pinoli si è incatenato di fronte ai cancelli della Motorizzazione Civile per avere un documento che gli permette di guidare l’auto. Incredibile, ma vero: Marcucci Pinoli, titolare di sei alberghi di lusso tra Pesaro e Urbino, non nasconde la sua amarezza. Ieri mattina, ha voluto protestare simbolicamente contro “l’inefficienza degli uffici pubblici e mi riferisco nella circostanza a quelli della Motorizzazione Civile – spiega Pinoli -, dove, in questo periodo, per poter avere qualsiasi documento, devi aspettare mesi e mesi, oltretutto facendo la fila al di fuori degli uffici, sotto il sole cocente. Ho risolto il problema oggi (ieri, ndr), solo dopo essermi incatenato. Dobbiamo davvero arrivare a tanto?”.

Pinoli come mai quelle catene?

“Sono tre mesi che aspetto un certificato per poter circolare con la mia automobile. Con la quale ho potuto girare solo fino al 21 giugno, grazie ad un documento provvisorio sostitutivo. Dal 21 giugno ad oggi, l’auto è rimasta ferma. Tutto questo perché gli uffici della Motorizzazione non riuscivano a farmi avere il certificato unico di circolazione”.
«Sono andato più volte – prosegue Marcucci Pinoli – nei mesi scorsi, agli uffici, in strada dei Cacciatori. Prima mi hanno dato appuntamento per il 21 maggio, giorno in cui mi presento allo sportello. E in cui mi viene rilasciato il foglio provvisorio, valido per un mese. Dopo un mese, sono tornato e mi hanno detto che dovevo prendere un appuntamento telefonico per ritirare il documento definitivo. Ma al telefono, quando digitavo il numero che mi hanno dato, non rispondeva mai nessuno. La vera presa in giro è che, senza un appuntamento telefonico, non ti ricevono. Ma, in realtà, questo non lo si riesce mai a prendere, poiché, anche chiamando nell’ora di apertura degli uffici, ti risponde sempre una voce che specifica che ‘l’operatore non è disponibile’. Tra l’altro, ho mandato anche diversi fax, ma nulla. In pratica, un’odissea”.
Ora ha risolto il problema?

“Sì, oggi (ieri, ndr) mi sono incatenato davanti ai loro cancelli. E alla fine, mi hanno dato il documento che aspettavo da mesi. C’erano anche altre persone con me, tutte arrabbiate per lo stesso motivo. Comunque, il responsabile mi ha detto che prima della pandemia, c’era lo stesso numero di persone a lavorare. Evidentemente, qualcosa non funziona”.

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