Curiosità&Personaggi. Stella Chiavaroli, in arte “Red Star Double One”: la prima donna rapper italiana
Stella, sei la prima donna rapper italiana , una grande responsabilità che, di fatto, apre una strada. Come sei stata accolta dai rapper uomini?
Nella mia opera rap, metto in risalto “Dio lo sa” in una logica che vede la centralità dei soggetti deboli, emarginati sociali, disagi multiculturali in un connubio che passa dall’ascolto, all’accettazione e all’intercultura alla socializzazione e ad una globalizzazione che rimetta l’uomo al centro e al vertice della coscienza umana, della conoscenza collettiva tra responsabilità e responsabilizzazione. La parole chiave di queste espressioni sociali, sono contenute nell’opera rap “Integration” che sposta l’attenzione sul gruppo e la sua coesione verso l’armonia e l’equilbrio sociale.
Sono volontaria da molti anni degli sportelli di ascolto, ho potuto sentire il dolore degli altri e cercare di trovare un modo per aiutare, è stato da sempre il mio obiettivo più ambito. Riuscire a far ritrovare sorrisi, è stato certamente il momento più bello che ha compensato qualunque sacrificio.
Mi piace condividere le esperienze, aiutare a trovare e far trovare le risorse che ognuno possiede. Promuovere i saperi umani, attivare i processi di resilienza, riconsolidare le reti sociali creando unione. Continuare ad aiutare le persone che chiedono aiuto. Saper lavorare in gruppo e arricchirsi moralmente dei valori di ognuno in un linguaggio di reciprocità – in una parola cercare di ritrovare nella società liquida quella solidità educativa che certamente è intramontabile – sicuramente rispettando le potenzialità di ognuno – dalle parole, al racconto, alla poesia, alla narrazione, al teatro, al canto, al video, alla pittura – e comunque a tutti quei linguaggi artistici che certamente ognuno di noi possiede. In una parola valorizzare la creatività di ognuno.
Credo che sia molto difficile portare questo messaggio, ma ci ho creduto e ci ho provato. La risposta l’ho trovata nel 2015 quando ho potuto avere una restituzione dai progetti svolti a scuola con i ragazzi della peer education e quelli degli sportelli educativi. Ho visto che è possibile riuscire a creare coesione, partecipazione ed unione – ci vuole molto impegno, dedizione e soprattutto ascoltare i bisogni delle persone per trovare nuovi strumenti e nuove metodologie capaci di far conoscere quegli aspetti positivi possibili. Infatti le attività con i gruppi della peer education, sono proseguite da allora a tutt’oggi – e nel periodo del look down – si sono rinforzate in un gruppo già costituito che è rimasto insieme anche a distanza.
Io ci sono stata sempre – anche se con modalità nuove valorizzando i loro talenti attraverso l’ascolto in video o diretta – ma anche attraverso due programmi realizzati: “Creattivamente e Parlane con noi” con Streaming World TV dall’abruzzo il mondo in diretta– che hanno dato voce a persone e professionisti e hanno cercato di valorizzare varie modalità prescelte di esibire la propria creatività con obiettivi di condividere passioni ed intrattenere le persone che si sentivano sole.
Apparenza e contenuti: due termini spesso in confitto tra loro. Due confini che nel corso delle attività sulle emozioni in gioco, hanno vestito la riflessione nei gruppi – passando da un concetto iniziale più incentrato sulle apparenze che sui contenuti – a un concetto in itinere meno centrato sulle apparenze – e a una riflessione conclusiva a fine progetto che è stata quella che i contenuti vincono sulle apparenze e che le apparenze appartengono alla lontananza – mentre il contenuto a quella vicinanza affettiva e valoriale che supera la separazione.
I reflui delle emozioni in gioco si sono evidenziate con il doppio brainstormin e le autocorrezioni.
Un gioco di apparenze e competenze, un gioco di evidenze e sostanze che hanno mosso una caccia al tesoro verso il bene reciproco e una scuola per la vita.
Agli iscritti , desidero portare una comunicazione assertiva, ascolto emotivo, lettura della propria interiorità, trascrizione delle proprie emozioni, evidenze musicali che nascono dentro ognuno di noi, costruzione di progetti individuali e di gruppo. Mappare i percorsi condivisi. Comporre ed utilizzare linguaggi educativi per la prevenzione. Individuare ed analizzare piani specifici. Fornire gli strumenti più adeguati ai bisogni personali e sociali. Costruire sistemi di coesione attraverso i linguaggi artistici, multimediali e dello spettacolo con il presupposto di aiutare a portare allo stato di emersione i propri talenti.